venerdì 13 giugno 2014

Da Porvenir a Cerro Castillo (Cile)


La mattina il traghetto e' gia' al porticciolo di Porvenir, ma non parte prima delle 15, 30.
Nell'attesa , si scattano le ultime foto, in ricordo di questo piccolo paese ai confini del mondo.
Partiamo e attraversiamo lo Stretto di Magellano verso Punta  Arenas  dove arriviamo dopo circa 2 ore e mezza di navigazione .
Ormai e' gia' buio, piove e non ci resta che trovare un luogo idoneo per passare la notte.
L'indomani, il tempo non e' migliore. Visitiamo la zona franca nella vana speranza di trovare dei pneumatici adatti per Narciso e poi, come promesso a Jaime, conosciuto la sera prima alla locanda, andiamo a "baciare" il piede dell'indio al monumento nella Plaza de Armas della citta': si dice che sia di buon auspicio e prometta un ritorno in Tierra del Fuego.

Quello che speriamo in questo momento e' di incontrare il pinguino reale e quindi, ci dirigiamo in tutta fretta alla pinguinera di Punta Arenas.


Ma, ahinoi,  scopriamo che l'accesso e' chiuso e anche i pinguini reali sono gia' emigrati. Ritorneranno in massa per la riproduzione nella stagione piu' calda, tra settembre e aprile
Sconsolati, non ci resta che proseguire il viaggio verso Puerto Natales.
La strada e' lunga e deserta. Attorno a noi lande sconfinate e fiumi e lagune gelati. Tutto e' immobile stretto nella morsa del ghiaccio. Cala anche la luce e procediamo soli, stanchi, nel buio e nel freddo sino a che, a 30 km da Purto Natales, ci appare , come un miraggio, un hotel tutto illuminato: non resistiamo e ci precipitiamo nella sua direzione . Decidiamo di passarvi la notte per rilassarci e "stemperarci" al caldo di piscina e sauna!
Puerto Natales non e' lontano e quando arriviamo,

ci danno il benvenuto degli splendidi fenicotteri rosa, che elegantemente sguazzano in acqua in compagnia di alcuni  cigni dal collo nero. Al porto, i pescatori lavorano i ricci di mare da poco raccolti al largo.
A pochi chilometri dal paese, raggiungiamo  per un saliscendi gelato, el Monumento natural Cueva del Milodon: un'area selvaggia protetta che custodisce le tre grotte principali dove nel 1895 vennero scoperti i resti di animali di grosse dimensioni estinti, tra cui il Milodon appunto, risalenti a 14500 anni fa.
 
Percorrendo un sentiero tra lengas, corbezzoli e cespugli nani, affondando le scarpe sul letto ghiacciato di sottili rivoli d'acqua, si arriva alla Cueva del medio: e' una sensazione stranissima entrare in questa grotta, nascosta tra la vegetazione, al riparo dai forti venti, di modeste dimensioni rispetto a quella abitata dal Milodon , e sapere che li' han vissuto popolazioni nomadi risalenti a circa 11000 anni fa, che ben si adattarono alle condizioni climatiche della Patagonia.
Quasi se ne percepiscono gli odori e i rumori dell'epoca!
Terminata la visita, per dirigerci al Parque Torres del Paine, ci vediamo costretti a raggiungere Cerro Castillo, localita' alla frontiera cilena, anziche' proseguire per la pista del Milodon che ci avrebbe permesso di risparmiare alcune centinaia di chilometri , per strada bloccata per frana.
Gli imprevisti non mancano mai!!!!

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