domenica 27 settembre 2015

Guyana: da Linden a Lethem

Il 25 settembre partiamo mattinieri per raggiungere Linden. Da lì ripartiremo carichi di provviste, acqua e carburante per affrontare  piu' di 400 km di pista prima di arrivare a Lethem, ai confini con il Brasile.
Prima pero' attraversiamo Georgetown, chiassosa e trafficata, poi via via un susseguirsi di villaggi dalle colorate case a palafitta, sino ad arrivare a Linden, divisa da un fiume le cui sponde sono unite da un ponte a pagamento.

 Sono le prime ore del pomeriggio quando lasciamo l'asfalto ed dopo piu' di un anno, riassaggiamo la polvere di laterite rossa.

La pista impegnativa taglia l'impenetrabile foresta amazzonica, le buche si fatica a schivarle. Il caldo torrido di certo non aiuta, ma la strada e' ancora lunga e la media troppo bassa.
Procediamo scrollando da tutti i lati e talvolta ricorre il pensiero a come sarebbe nella stagione delle piogge: si scorgono ancora pozze d'acqua lungo il percorso e stagni putridi ai lati della pista.
E' quasi l'imbrunire e dopo poco piu' di 4 ore di marcia e soli 130km dalla partenza, incontriamo una stazione di servizo con annessa una piacevolissima area di sosta.: 05º23'13.95" N - 58º34'52.09"W.
Rinfrancati da una doccia fresca sotto l'occhio vigile di una coppia di galline , ci abbandoniamo a un dolce sonno all'ombra del palmeto.

Il giorno dopo, approfittiamo delle ore piu' "fresche"  del mattino per riprendere il cammino. Finalmente la pista si ammorbidisce, permettendo una media più alta, la carreggiata si restringe e la foresta quasi arriva a sfiorarci al nostro passaggio. Di tanto in tanto, si incontrano cataste di tronchi d'albero ai lati della pista in attesa di essere trasportati alle segherie più vicine. Numerosi sono i ponti in legno che attraversiamo, su corsi d'acqua scura e melacciosa.

Durante il tragitto incontriamo diversi check point e la trafila è sempre la stessa: passaporti, documenti del veicolo, tutto in regola e si riparte. Ad un tratto una sbarra calata arresta la corsa: si deve pagare il pedaggio relativo ai prossimi chilometri di pista "privata". Anche per il passaggio del fiume Essequibo paghiamo la tariffa equivalente ad un camion rimorchio: 25000 dollari di Guyana, pari a USD 125,00.
Finalmente la foresta si apre e così anche la vista sulla Gran Sabana: il paesaggio cambia e l'intricata vegetazione tropicale lascia il posto a vaste distese d'erba mossa dal vento, qualche alberello in lontananza e rilievi morbidi sullo sfondo.
Sostiamo per la notte nel parcheggio del lodge Oasis lungo il percorso 03°58′05.27″N 59°07′42.24″W .
Domenica 27 settembre ripartiamo per completare l'ultimo tratto di pista nella Gran Sabana, una lingua di terra rossa che corre su e giù per le lande sconfinate, sino ad arrivare a Lethem, punto di inizio dell'asfalto e confine con il Brasile che varcheremo nelle prime ore del pomeriggio.

giovedì 24 settembre 2015

Guyana-Kaieteur falls


Giovedì 24 settembre alle ore 11, 30 siamo al chek-in all'aeroporto Ogle, a pochi chilometri da Georgetown.
Un piccolo aereoplano, una dozzina di posti,  ci attende sulla pista pronto per il decollo.
Destinazione: Kaieteur Falls, un unico salto di circa 250 metri delle acque del fiume Potaro , all'interno del Kaieteur National Park, pura e selvaggia foresta amazzonica, nel cuore della Guyana.

Motori alla massima potenza e .....via, decolliamo.  Sotto di noi, abbandonata la vista della citta' , solo una verde distesa di foresta fittissima, solcata da corsi d'acqua serpeggianti e dal grande Essequibo River, nelle cui acque sfocia il fiume Potaro. Sorvoliamo le miniere d'oro e di diamanti, grande ricchezza, assieme alla bauxite, della Guyana. L'aereo sussulta non poco entrando nelle nuvole e il paesaggio sottostante scompare nella nebbia. Riappare da lì a poco , la quota si abbassa e si intravedono le sagome dei tepui, un'ultima virata e alla nostra destra, in tutto il suo splendore ci appare l'imponente  Kaieteur Falls,

"vecchio uomo della cascata", cinque volte piu' alta delle cascate del Niagara, il doppio delle cascate Vittoria e, nonostante la portata d'acqua non al massimo per la stagione secca, e' uno spettacolo da togliere il fiato.

Scendiamo dall'aereo e percorriamo un sentiero all'interno della foresta. Udiamo il fragore dell'acqua avvicinarsi e subito si apre la vista vertiginosa del salto, in un anfiteatro roccioso. Ci sporgiamo da trampolini naturali per ammirare l'impatto dell'acqua ai piedi della cascata e l'emozione aumenta.
Rientriamo appagati da tanto splendore, cullati da un volo, questa volta, placido e sereno.

mercoledì 23 settembre 2015

Guyana



Lunedi 21 settembre lasciamo anche il Suriname per entrare in Guyana, muniti di polizza assicurativa obbligatoria per il veicolo stipulata presso l'agenzia Assuria di Nickerie, veloci e preparati. Anche qui a delimitare i confini, un fiume che in pochi minuti attraversiamo con un bac. Scendiamo in Guyana ed espletiamo le consuete pratiche doganali: scopriamo che il permesso temporaneo del veicolo e' solo di 2 settimane e per estenderlo occorre andare a Georgetown. 

Dopo piu' di due ore, lasciamo la dogana diretti verso il nord del Paese. La strada e' asfaltata, la guida sempre a sinistra ed i primi villaggi che si incontrano ci appaiono caotici e trascurati. La gente non accenna sorrisi o saluti al nostro passaggio, ma sguardi duri e diffidenti. Man mano che ci allontaniamo dal confine, pero' , i villaggi si colorano, i volti cambiano e l'ospitalità aumenta. Notiamo anche qui la mescolanza di piu' popoli: cinesi, amerindi, africani, europei ma soprattutto indiani, la cui cultura si percepisce anche nella cucina piccante e speziata. L'agricoltura e' l'attivita' principale e ci si accorge subito che la produzione del riso e' predominante: verdi risaie a perdita d'occhio confinano con la strada principale che percorriamo e sono numerosi i camion carichi di riso gia'  raccolto che in colonna aspettano pazientemente di scaricarlo nelle molteplici aziende agricole che si incontrano.
Martedì 22 prosegue il nostro trasferimento verso il nord ,la strada procede lunga, alternata da numerosi ponti. Uno fra tutti, il lunghissimo Berbice Bridge,  a pagamento solo per i mezzi pesanti. Ovviamente anche noi dobbiamo pagare il pedaggio: 156 dollari....di Guyana, pari a poco piu' di 50 centesimi d'euro!!!! 

Continuiamo la marcia, ma prima dobbiamo riparare la pompa di travaso del carburante da un serbatoio all'altro, gia' sostituita in Bolivia l'anno scorso.  La sorte vuole che incontriamo Kiran Nauth, titolare di una grossa azienda di ingegneria civile. Ci offre tutta la sua disponibilità e manovalanza. La piccola pompa d'acquario installata in sostituzione a quella originale non ha retto e si cerca di ripristinare la vecchia, saldando le palette rotte dell'elica interna. Ma invano! Giorgio, il tecnico che ci segue, decide allora di installare una pompa di recupero e la soluzione si rivela vincente! 

Risolto anche questo problema, ripartiamo soddisfatti e grati a Kiran e la sua equipe dell'aiuto offertoci.
La strada procede tranquilla, i villaggi si susseguono vivaci ed animati da molti bambini e ragazzi che, diligentemente, si apprestano ad andare a scuola , nelle loro divise colorate.

domenica 20 settembre 2015

Suriname

Sabato 19 settembre ci avviamo di buon'ora all'imbarco, muniti, oltre che dei documenti di prassi, anche di polizza assicurativa obbligatoria per il veicolo, stipulata a Saint Laurent du Maroni  all'agenzia Parsasco , a fianco dell'Ufficio di Turismo, ad un prezzo davvero competitivo.
Il titolare d'origine marocchina ci dice che è il primo veicolo italiano che assicura!

Il bac La Gabrielle e' ancora in riparazione, ma dopo gli ultimi interventi, finalmente viene messo in moto e tempo 10 minuti, siamo dall'altra sponda del fiume Maroni, in Suriname.
Lingua inglese, guida a sinistra e subito ci caliamo nell'atmosfera del Paese, vegetazione tropicale che cela nerissimi corsi d'acqua, i "crique", lucertoloni verdi ed iguane di terra che ci attraversano la strada, case di legno a palafitta all'ombra di maestosi alberi di mango.
Peocediamo lungo la strada attraversando la capitale, Paramaribo, caotica, chiassosa e ricca di attività commerciali gestite da cinesi.Qui, infatti, come in tutto il Suriname, l'impronta asiatica si percepisce netta e predominante e da generazioni la loro cultura si mescola con quella dei nativi generando etnie miste  dai tratti somatici afro-orientali.
Ci allontaniamo dalla capitale per passare la notte a Groningen, un ridente villaggio sulle sponde del Saramacca River. Girovaghiamo per le strade del paese, quando, in una strada secondaria, durante una manovra, Narciso si inclina da un lato e si arresta, come bloccato.

 Ci è subito chiaro che il troppo peso ha generato una piccola voragine sulla strada che ha inghiottito mezza ruota anteriore sinistra.

Niente paura: con un balzo felino all'indietro, il Narci libera la sua "zampetta" dalla morsa fatale e riprende la marcia!
L'indomani, partiamo per Nickerie, verso il confine con la Guyana. La strada è lunga e assolata.
Molti sono i pescatori che ai lati della strada lanciano le loro lenze nelle acqu

e scure e torbide dei "crique".
 Incrociamo una coppia di francesi, Jacky e Laetitia, a bordo del loro camper 4x4 e subito ci fermiamo: stanno arrivando dalla Colombia, Venezuela e Guyana, diretti in Uruguay. Ci informano che al momento i confini del Venezuela con la Colombia sono chiusi per le contestazioni in atto.




Con loro, a condividere il viaggio, un uccellino salvato dalle grinfie di brutali avvoltoi, in attesa che riesca a spiccare il primo volo per ridonarlo a mamma Natura.


venerdì 18 settembre 2015

Verso Saint Laurent Du Maronì


Giovedì 17 settembre lasciamo definitivamente Kourou, Jean e la sua famiglia che per quasi un anno ha ospitato Narciso in attesa del nostro ritorno dall'Italia, l'amico Manu, esperto tecnico di giorno ed esperto cuoco la sera presso il suo fantastico ristorante "L'Ancre Bleu"

 e ci dirigiamo verso il confine con il Suriname, a Saint Laurent du Maroni. Prima , però, un saltino alle spiagge di Awala - Yalimapo per vedere la schiusa delle uova di tartarughe e la corsa delle piccole creature al mare.
Purtroppo, però, siamo stati informati male e l'emozionante spettacolo è già avvenuto il mese scorso.
Ci resta soltanto l'emozione del volo degli ibis all'orizzonte.


Venerdì 18 partiamo alla volta di Saint Laurent du Maroni per imbarcarci sul Bac La Gabrielle, ma apprendiamo che è fermo per un guasto tecnico.
Tentiamo, allora, di salire su un altro bac di fortuna, ma è troppo stretta l'entrata.





Non ci resta che aspettare l'indomani a riparazione avvenuta, per attraversare il fiume Maroni che delimita il confine tra la Guyane Francese ed il Suriname.

domenica 13 settembre 2015

Guadalupe II^

La Guadalupe , a differenza di quel che si puo' pensare, non e' soltanto spiagge bianchissime, atolli, mare cristallino e palme da cocco. Al suo interno, nel fitto delle foreste tropicali, nasconde sentieri rocciosi che conducono a cascate d'acqua dolce che cadono impetuose in bacini smeraldo in cui immergersi per ristorarsi dal caldo umido. 

I litorali bianchissimi sono bagnati da acque trasparenti e le onde si infrangono sulla barriera corallina piu' al largo. Non mancano spiagge nere per l'origine vulcanica di Basse Terre, e pozze naturali di acque termali, lunghe spiagge dorate, ombreggiate da palme da cocco.
Per la sua conformazione  morfologica, la Guadalupe si puo' considerare l'isola con maggior coste spiaggiose e varieta' di vegetazione di tutto l'arcipelago delle Antille.
Pertanto, consigliamo di visitarla con chi la vive e la conosce da vicino come

Simon Frezouls   simon.frezouls@gmail.com 



che puo' fornire molteplici servizi, compreso l'alloggiamento presso la sua abitazione.
E' molto preparato e vi puo' condurre in luoghi caratteristici guadalupegni, lontani dal turismo tradizionale, vivere all'avventura ed assaporare al meglio la naturalezza del luogo, 







come l'atipico "ristorante" in mezzo al verde, a pochi passi dal mare, "Chez Samy" , che propone piatti alla giornata, freschi e genuini, all'ombra di palme ed "alberi della verita'".


Poco distante, una laguna prosciugata dalle cui terre esce una miriade di granchi arancioni che al minimo vibrar  si rifugiano nelle loro tane profonde.

giovedì 10 settembre 2015

Guadalupe

Lunedi' 07 settembre approfittiamo  della vicinanza della Guyana Francese  al Caribe per volare a Guadalupe, da Simon e la sua famiglia.

E' la stagione dei cicloni ed il cielo e' carico di nuvole. Atterriamo che e' appena piovuto e l'umidita' e' tale che se ne sente anche l'odore. Simon ci accoglie nella sua terra verdissima e caldissima e ci apre le porte di casa sua, circondata da piante tropicali, alberi da frutta e simpatici animali.

La moglie e i suoi due figli ci danno un caloroso benvenuto e ci sentiamo subito a casa.
L'indomani partiamo con il suo gommone alla scoperta dei molteplici atolli dalle sabbie candide che emergono al largo delle coste nord della Guadalupe, quest'isola straordinaria dell'arcipelago delle Antille, costituita da un'isola di origine vulcanica , Basse Terre e l'altra calcarea, Grande Terre, che nel tempo si sono avvicinate a tal punto da formare apparentemente  un' unica terra emersa unita nella parte centrale da una foresta di mangrovie e da ponti che mettono in collegamento la capitale amministrativa, Basse Terre, con quella economica commerciale , Pointe a' Pitre. Il paesaggio distingue le due isole: la prima, ricca di montagne , vulcani, cascate, acque termali e spiagge nere; l'altra, totalmente piana, dalle coste basse e sabbie bianchissime, mare poco profondo, dalle varie sfumature d'azzurro
 
 e grandi colture di canna da zucchero.  Non a caso, in Guadalupe si puo' bere il miglior rum del mondo, come testimonia la Distilleria Longueteau, il cui titolare e' un caro amico di Simon,  che dal 1895 si distingue per la qualita' del suo rum, medaglia d'oro per il miglior rum al mondo.

Tutt'intorno fitte foreste lussureggianti e alberi che regalono frutti dolcissimi e dissetanti, fiori dai colori sgargianti. In cielo nuvole bianche che di tanto in tanto scaricano le loro acque fragorose che di li'a poco si asciugano sotto il sole torrido. Il mare cobalto lambisce le coste e laddove il fondale e'sabbioso, la trasparenza e i colori cristallini regalano un'immagine da togliere il fiato.
 

sabato 5 settembre 2015

Riprende l'avventura

02 settembre 2015: a quasi un anno di distanza,  rieccoci in Guyana Francese per riprendere la nostra avventura. 











E ad attenderci, discreto come sempre, all'ombra di un albero tropicale, c'e' Narciso: silente, malconcio, un po' invecchiato: batterie completamente a terra, avvolto da ragnatele, muffe ed insetti di ogni tipo.  

Ma nonostante gli acciacchi che il tempo e la pesante umidita' della stagione delle piogge appena passata gli hanno procurato,  il Narci, dopo una +sostanziosa ricarica di 24 ore,  non esita a  salutarci con il suo inconfondibile rombo al primo girare di chiavi. Evviva ! Ci attenderanno alcuni giorni di duro lavoro per rimettere al meglio il Narci prima di ripartire: l'umidita' ha lasciato pesantemente il segno sia esternamente che internamente e dovremmo ripassarlo a puntino per non aver amare sorprese in seguito.
Non ci scoraggiamo e ci dedichiamo al suo restyling in un clima torrido che certo non aiuta.

Prossima tappa il Suriname per il quale abbiamo richiesto la Carta Turistica presso il Consolato a Cayenne, obbligatoria per entrare nel Paese.
Ma prima , qualche giorno a 
Guadalupe , ad incontrare Simon e la sua famiglia, conosciuti,  durante il nostro viaggio, a LaPaz, in  Bolivia.

P.S. Pensavamo che la carica delle batterie fosse sufficiente, ma , purtroppo sono andate in corto circuito. Unica soluzione: sostituirle.
Rimane solo da sostituire l'inverter anch'esso "andato".