martedì 11 ottobre 2016

Verso Halifax, Nova Scotia

Siamo ai primi di ottobre e percorriamo la lunga strada panoramica che saluterà la regione del Quebec e farà ingresso in quella del New Brunswick, costeggiando il fiume St.Laurent, prima, e attraversando la valle del fiume St .John, poi. E l'autunno annuncia il suo debutto nell'anno con un'esplosione di colori che solo questa stagione sa regalare e qui in Canada, più che mai.
Tutt'intorno, sino a perdita d'occhio, i clivi morbidi dei monti ridondano di aceri che hanno mutato la loro livrea verde brillante nei toni più caldi e rassicuranti dell'oro, dell'amaranto, del corallo e dello scarlatto che come lingue di fuoco, infiammano i boschi, altrimenti incupiti dai sempreverdi. Anche le betulle canadesi, sugli esili fusti sbiancati, si tingono di giallo acceso e, come in un coro armonioso, fan da contralto ai vividi aceri.


Sfuggiamo dalla lingua d'asfalto per godere di una pausa in riva ad un lago le cui acque calme riflettono i boschi limitrofi. Ed il vento sussurra alle foglie che di tanto in tanto raggiungono il sottobosco imbiondito.

Prima del tramonto, oltrepassiamo il più lungo ponte coperto al mondo, l'Hartland Covered Bridge, 390 metri, interamente in legno, dei primi'900 e ci addormentiamo sulle rive del fiume Saint John, al suo cospetto.
I giorni a venire, proseguiamo il cammino verso Halifax, città portuale della Nova Scotia, da cui Narciso salpera' per far rientro in Europa. Ma prima, ancora qualche giorno per le strade rurali di placidi villaggi sulle coste atlantiche della regione canadese, dove la vistosa bassa marea emerge i fondali sabbiosi della Baia di Fundy, oltre l'omonimo parco nazionale.

 Il richiamo alle lande scozzesi è forte, soprattutto nella penisola, più esposta alle forze dell'Oceano e ai venti sferzanti. I fari punteggiano le coste basse e frastagliate ed indicano la direzione nella notte alle imbarcazioni di pescatori che rientrano nelle baie, sulle cui sponde sorgono pittoreschi paesini come Lunenburg e Mahone Bay, un concentrato di cottage all'inglese e case in scaglie di legno, dai colori sgargianti quasi a voler stemperare le fredde e brumose invernate. I vecchi velieri ormeggiati nei porticcioli allungano gli alti alberi verso il cielo.

E Peggy's Cove, un piccolo villaggio di pescatori raccolto ai piedi di uno spuntone roccioso sull'oceano, ci accoglie per le ultime notti, tra le nasse in cui si intrappolano copiose le aragoste e i vecchi casoni sull'acqua.

Sugli scogli, levigati dalla forza del mare e del vento, le onde si infrangono ai piedi del faro che, intermittente, rischiara la notte.

giovedì 6 ottobre 2016

Nell'attesa......

Non ci resta che armarci di pazienza ed attendere i pezzi di ricambio che dall'Europa ci arriveranno la prossima settimana. Ed intanto è già sabato 24 settembre e siamo parcheggiati nel piazzale dell'officina che ci rimetterà in strada il Narci, in un parco industriale lontano dalle zone residenziali e dal centro di Quebec City.
Decidiamo di esplorarne i dintorni e ci incamminiamo per le strade limitrofe, in prossimità dell'autostrada. Per nostra fortuna, ci accorgiamo di non essere poi così distanti dalla zona universitaria e da un quartiere ben fornito, che per i giorni a venire sarà la nostra destinazione dopo una salutare camminata di un'oretta tra andata e ritorno.
 Ed intanto l'autunno annuncia il suo arrivo; le temperature iniziano a scendere, qualche giornata uggiosa impedisce le nostre uscite, ma poi presto torna il sereno e le sferzate di vento freddo aiutano ad allontanare le nuvole. 

Giovedì 29 settembre è una giornata tiepida e soleggiata che ci permette di raggiungere la vecchia Quebec grazie ad una lunga, ma piacevolissima passeggiata, da un accesso diverso rispetto la volta precedente. Percorriamo lunghi viali alberati, contraddistinti dagli immancabili aceri che iniziano a mutare colore e ad accendersi nei toni più caldi, ritrovandoci per le vie del quartiere residenziale e commerciale di Montcalm, con le sue case in mattoni scuri ed abbaini che fanno capolino da tetti a spiovere smaltati. Cuore pulsante,

 l'Avenue Cartier, un susseguirsi di cafe e bistrot che offrono alta cucina o menu tradizionali, boutique vintage e shop di oggettistica originale, una via frizzante ed elegante che richiama l'attenzione dei passanti anche per la sofisticata installazione artistica di giganti paralumi retroilluminati con decorazioni di prestigiosi artisti selezionati dal Museo delle Belle Arti di Quebec. Proseguendo, siamo nella cosiddetta"downtown" , il centro della città, esterno alle intatte mura di difesa che incorporano la "vecchia Quebec".

 I palazzi alti e moderni si alternano a vecchie palazzine retro dai tetti in rame anneriti per l'ossidazione, ad edifici di sapore vittoriano e a chiese in stile neogotico. Una di queste, sconsacrata e un po' acciaccata dal tempo riprende anima come gran bazar di dischi in vinile, scaffali di libri usati, mobili vintage ed oggetti decorativi di ogni epoca e stile, tutto d'annata, vissuto e riciclato, il tutto gestito dal simpatico Michel che ci svela essere stato amico in gioventù di John Lennon e Yoco Ono.

Più tardi, ci aggiriamo per le suntuose sale del Parlamento, dove la simbologia dei decori rimanda all'origine e tradizione della regione alle quali è strettamente legata, come apostrofa il motto ufficiale "je me suviens", io mi ricordo, indicato anche nelle targhe automobilistiche del Quebec.
Oltrepassiamo la porta St.Louis entrando nella città vecchia, con le tipiche case in pietra, i numerosi locali e ristoranti dove soffermarsi a degustare le tipicità quebecchesi e le viuzze lastricate dove perdersi anche a tarda sera tra le luci discrete della "ville".

Venerdì 30 settembre, nelle prime ore del pomeriggio, arrivati i pezzi di ricambio,  inizia il "restyling" di Narciso che, solo prima di sera, si concluderà con successo.