domenica 14 febbraio 2016

Verso Peten

Venerdì 12 partiamo presto la mattina perché il prossimo tratto di strada sappiamo essere duro e impegnativo. 

La carreggiata si restringe tra il folto dei boschi, sale e scende di quota repentinamente grazie a pendenze piuttosto marcate e le curve a gomito si susseguono numerose. Il percorso non è molto frequentato se non da vecchi camion da carico, ricolmi di massi estratti dalle numerose cave che squarciano i monti. Inizia anche il tratto di sterrato, anticipato da una strada che presenta ancora qualche traccia di asfalto.


 La pista sconnessa riduce non di poco la velocità,  già ridotta in montagna. Solo sporadici incontri con indigeni che si procacciano del cibo o qualche spicciolo tappando le buche con sassi e pietre.

 Prosegue la pista trasformandosi in un largo sentiero di terra scura, talvolta fangoso per le piogge della notte precedente. Ai margini della strada, iniziano a comparire molteplici dimore in terra dai tetti di foglie di palme o fatiscenti baracche in legno dove nugoli di bimbi giocano divertiti. Le donne, ora coperte da gonnelloni arricciati e sottovesti appena svelate da camiciole in pizzo, trasportano in equilibrio sulle loro teste, grosse terrine colme di impasto per pane e tortillas o ceste di bucato da lavare al fiume. Gli uomini muniti di macete tagliano la legna per il fuoco o arano fazzoletti di terra con l'ausilio di buoi al giogo. Procediamo lenti sotto lo sguardo stupito e curioso della gente del luogo che risponde generosa ai nostri saluti. 
Termina anche lo sterrato e riprende l'asfalto che liscio scorre sotto le ruote del Narci. Altri paesi, altri sguardi, altre realtà nascote tra i monti ricoperti da fitte foreste impenetrabili sino ad arrivare a Coban, zona di piantagioni di caffè e cooperative dedite a lavorarlo.
Il giorno successivo, sabato 13,  cominciamo il tragitto sotto una pioggia fine e persistente. Saliamo, scendiamo, curviamo, attraversiamo villaggi indigeni e zone rurali, colture di caffè e di mais, paesini affollati nel giorno di mercato dove a malapena riusciamo a passare.

 La quota si abbassa e le vallate si estendono, le mandrie pascolano e i maiali rufolano tra i cespugli.
Smette di piovere e l'aria si riscalda. Uno spiraglio di sole fa capolino tra le nuvole bianche e gonfie. Entriamo nella regione di Peten, sino a giungere alla piccola Isla Flores sul lago Peten Itza che visitiamo con una simpatica moto ape, diffusissimo mezzo di trasporto pubblico qui in Guatemala.
L'acqua calma del lago riflette gli ultimi raggi di sole al crepuscolo.

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