martedì 9 febbraio 2016

Nicaragua

Venerdì 5 febbraio decidiamo di lasciare l'Isla de Ometepe di buon mattino , tentando di prendere il traghetto anche senza la prenotazione. E per nostra fortuna e malasorte di un camionista che ha rotto il cambio, riusciamo ad occupare il suo posto ed imbarcarci.

Come del resto successe all'andata!
Giunti nel continente, prendiamo la strada che ci condurrà ad un'altra spiaggia sul Pacifico, una delle ultime prima di allontanarci dalla costa e salire nell'entroterra. Il vento forte, che mitiga l'aria calda delle ore di punta, solleva vortici di terra rossa che corrono impazziti da un campo all'altro.
Si alternano terre secche ed aride a campi coltivati ad ortaggi e pascoli di bestiame . Ci soffermiamo a Leon , colorata cittadina di epoca coloniale, in cui, al Museo de la Rivolucion, difronte alla cattedrale,  ci viene narrata la storia rivoluzionaria sandinista durante la quale molti giovani persero la vita a difesa della Patria e di un ideale.

 Lasciato il caos cittadino, ci dirigiamo nella più tranquilla Playa Las Penitas per rinfrescarci nelle acque del Pacifico.

I cavalloni nell'Oceano non impediscono a colorate barche di legno di uscire per la pesca al calar del sole. 

L'indomani riprendiamo la marcia verso il confine con l'Honduras, attraversando ancora terre secche e deserte, sullo sfondo rilievi rocciosi ed aspri, qualche villaggio ai bordi delle strade desolate e buste di plastica che turbinano ad ogni folata di vento.

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