domenica 6 luglio 2014

Verso Pucon

Giornata uggiosa, ci incamminiamo verso Pucon. La strada corre per distese di terre ai piedi della Meseta, rilievi coperti di ciuffi e cespugli con  pecore al pascolo. Procediamo verso il confine con il Cile, attraversando fiumi e lande, ed incontriamo la neve.

 Entriamo nel Parque Nacional Lanin, completamente innevato, addentrandoci in un meraviglioso bosco di maestose araucarie. Salutiamo l'Argentina e rientriamo in Cile. Ormai siamo abituati al cambiamento repentino del clima: dalla pioggia del mattino, passiamo al tiepido sole, alla neve e poi ancora pioggia, sino a Pucon, le nuvole basse ci oscurano la vista del vulcano. Proseguiamo finche' c'e' luce, sino a Villarrica, una bella cittadina sul Lago Mallolafquen. Gli ultimi spiragli di sole al tramonto ci accompagnano sul lungolago ricco di vegetazione , con alberi di mimose incredibilmente fioriti e, alla base, cespugli dai minuscoli fiori gialli. Proseguiamo, instancabili, per raggiungere entro sera, le Termas Geometricas, favolose piscine dalle acque termali del vulcano Pucon. Il sentiero che ci attende e' stretto e fangoso e man mano che saliamo, incontriamo anche la neve che appesantisce i rami degli alberi e ricopre il sottobosco. Cala la luce e i boschi tutto intorno si infittiscono. Proseguiamo e il sentiero sembra non finire mai. Incontriamo diverse salite impegnative con ghiaccio e neve ed altrettante discese e curve, ma Narciso non cenna a fermarsi ed arranca con disinvoltura! L'atmosfera e' magica, ma al tempo stesso inquietante: siamo soli, fagocitati dal bosco ricolmo di neve e avvolti nel buio piu' totale. Confidando nei cavalli del Narci, avanziamo senza altra alternativa, sino a scorgere un cartello in legno che, finalmente, indica che siamo arrivati ! Ma questa odissea sembra non finire mai: nel parcheggio interno non si puo' sostare per la notte, quindi, dobbiamo girare il camion e ridiscendere la pista per alcuni chilometri ancora, in mezzo ad una bufera di neve. Ci accampiamo alla meno peggio su l'unico spazio idoneo per non intralciare il sentiero e , dopo una calda cenetta, ci abbandoniamo nelle braccia di Morfeo.
Sabato 5 luglio ci svegliamo con il sole . La nevicata della notte ha ricoperto abbondantemente la pista ed il tetto del Narci.

 Siamo i primi ad entrare alle terme e lo sforzo della sera precedente e' stato ampiamente ricompensato dallo scenario incantevole che ci appare: la passerella in legno rosso, corre per 450 metri all'interno di un canyon naturale, dove una cascata alimenta il torrente che scorre tra le rocce ricoperte di neve e le pozze di acqua termale del vulcano Pucon. I vapori si alzano in aria e annebbiano il paesaggio Dantesco che ci circonda. Piu' in alto, si ergono moltitudini di alberi e piante che di tanto in tanto si scrollano di dosso il peso della neve che cade inevitabilmente nell'acqua bollente. Le felci e il muschio delle pareti rocciose gocciolano nelle piscine naturali quasi a voler mitigare le temperature elevate delle terme, che raggiungono la temperatura massima di 45º. Gradatamente ci immergiamo nell'acqua a 35º e poi saliamo , via via, di un grado, sino ai 41º e non osiamo di piu' perche' e' veramente bollente. Rimaniamo immersi nel calore naturale di queste acque a goderci piu' che possiamo il paesaggio tutto intorno a noi e il beneficio che se ne trae, quando la temperatura esterna e'intorno allo zero, prima di incamminarci per il sentiero periglioso che ci attende al ritorno!

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