giovedì 7 agosto 2014

Nei dintorni di Atacama

Siamo a San Pedro de Atacama, una tranquilla cittadina nella regione di Antofagasta, in Cile. Ne vogliamo conoscere i dintorni, cosi' la mattina del 6 agosto, ci dirigiamo alla Laguna Cejar

 che per la sua alta concentrazione salina, permette a qualsiasi corpo che vi si immerga di fluttuare inevitabilmente. E noi non manchiamo di sperimentare il fenomeno, calandoci nella laguna con non poche esitazioni data la temperatura glaciale dell'acqua. Ci fanno compagnia dei gabbiani delle Ande che, buffi, sembrano danzare sul bagnasciuga di cristalli di sale. Vicino, un'aureola pantanosa che nasconde, tra fitti canneti, altre lagune salate, bordate da una fragile crosta di sale.
Sullo sfondo, la sagoma inconfondibile ed onnipresente del vulcano Licancabur.
Nel pomeriggio, entriamo nella Valle de la Luna, un'estesa area desertica in cui convivono alte dune di sabbia plasmate dal vento e formazioni rocciose  originate nel corso dei millenni da accumoli stratificati di sale, argilla e sabbia, come l'Anfiteatro e les Tres Marias.

 Ma ancor piu'  spettacolare, la Cueva de Sal, una caverna  di cristalli di sale, creata per effetto dell'alta pressione e l'assenza di umidita' . All'interno si cammina per corridoi angusti al buio rotto dalla luce delle torce e si fuoriesce tra le pareti taglienti e guglie di salgemma di questa spettacolare scultura naturale. A due passi, il canyon di sale, che ad ogni nostro passaggio, crepita al calore del sole.
La luce calda del tramonto, riscalda i colori della splendida valle lunare!
Il giorno dopo, ci rilassiamo nelle Terme di Puritama,

 un rio di acqua termale di un vicino vulcano sotterraneo, che scorre nascosto alla base di un canyon, tra folti cespugli di pampa e piante del deserto andino.
Piu' tardi, riprendiamo il cammino per una lunga strada dissestata di montagna che dopo numerosi tornanti corre su una steppa dorata a piu' di 4000 mt s.l.m. per poi abbassarsi e costeggiare  degli stagni in cui zampettano fenicotteri, anitre selvatiche, gabbiani delle Ande e si abbeverano alcuni guanachi.
Continuiamo a salire e il paesaggio muta nuovamente: siamo soli in un altopiano desertico di arena color cipria e nello sfondo i coni di numerosi vulcani addormentati da tempo.
I raggi del sole ormai obliqui, tingono di oro e zafferano la Cordigliera.
Arriviamo con il buio al El Tatio, per ammirare, l'indomani, i famosi geysers a 4320 mt s.l.m.
Sostiamo per la notte all'ingresso del sito. La mattina alle 5, 300 ci alziamo per non perderci lo spettacolo dei geysers la cui attivita' maggiore e' limitata tra le 6, 00 e le 7, 00 che per effetto dello sbalzo termico del sottosuolo e l'esterno, regalano sbuffi di calore e spruzzi di acqua a 85º , alti anche una decina di metri. Il termometro segna -14º . Ci addentriamo ancora con il buio nell'area protetta ed e' tutto una nuvola di vapore che sfuma nell'aria gelida. Piccoli crateri sul terreno sfogano il loro calore con vapori sulfurei e acqua che sobbolle. E poi ha inizio lo spettacolo dei geysers, colonne di acqua bollente che con foga si elevano dal sottosuolo avvolti da un'intensa nube di vapore, ed e' un'esplosione di  eruzioni in tutta la conca geotermica. Il suolo sotto i nostri piedi, borbotta.

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