mercoledì 3 agosto 2016

Verso il Sud

Lunedì 25 luglio lasciamo il Denali Park per scendere verso il sud dell'Alaska, con la speranza di vedere il Monte Denali, il picco più alto del Nord America e uno tra le Sette vette più alte al Mondo, da un'altra prospettiva e con un tempo migliore del giorno precedente. Ma il nostro desiderio non viene esaudito perché ancora una volta il cielo plumbeo e la cortina di nubi ne schermano quasi totalmente la vista, lasciando intravedere a tratti i fianchi innevati e confuse falde ghiacciate.
Procediamo il cammino circondati da boschi che si diradano per lasciar posto a vaste lande umide che alternano muschi soffici a torbiere e paludi lambite da terre che come spugne rilasciano altra acqua e dove sguazzano, a loro agio, le anatre selvatiche. 
Facciamo tappa ad Anchorage, allo Ship Creek, un fiume in cui di norma abbondano i salmoni e conferma ne è la quantità di pescatori che, nelle loro tute di gomma, sono calati in acqua a lanciare lenze ripetutamente, ma a nostro vedere, senza troppi successi.

L'indomani, riprendiamo a scendere, costeggiando un fiordo dalle cui acque grigie emergono lembi di arena melmosa, sino a giungere a Portage per ammirarne il ghiacciaio che scivola grintoso tra i pendii delle montagne imbiancate. Piu tardi, procediamo sino ad Homer, una pittoresca cittadina nella Penisola di Kenai, colorata da variopinte casette in legno e negozietti di souvenirs, che si allunga su di una striscia di terra sino al mare, non a caso, denominata "il borgo alla fine della strada".

 Difronte ad essa, le coste lontane del Katmai National Park e di Kodiak Island, raggiungibili solo in aereo o via mare. 

Le aquile dal capo bianco sorvolano le acque fredde dell'Oceano e si posano su sbiaditi tronchi, naufragati sulle sabbie umide emerse dalle basse maree.


 Un coyote scappa fugace tra le alte spighe  dorate di una valle umida.
Il giorno successivo, il tempo, finalmente, volge al meglio ed il sole riscalda la brezza marina ed i colori della natura che ci circonda. I fiori lilla su alti steli ricoprono intere vallate e si mescolano a grappoli rossi che spuntano su larghe foglie verdi. All'orizzonte, oltre il mare, per la strada di rientro, si scorgono le sagome coniche ed innevate dei vulcani, alcuni attivi, delle Montagne Aleutine. 

I fiumi di origine glaciale mostrano le loro acque celesti scorrere violente e rapide ed i torrenti più nascosti tra i boschi, ospitano rossi salmoni che risalgono stanchi la corrente. È proprio in uno di questi che Andrea tenta con i pochi e rudimentali strumenti in suo possesso, a catturarne uno per la cena e con successo, il piatto è servito! 
Ripreso il cammino, risaliamo la penisola, tocchiamo Seward, ripassiamo inevitabilmente per Anchorage e ci dirigiamo verso est, per una strada montana dagli spettacolari scenari, uno tra questi, il Matanuska Glacier , che scende a serpentina per 43 km sino a terminare la sua corsa sulle acque glaciali dell'omonimo fiume. La sosta è d'obbligo, dato che è l'unico ghiacciaio negli USA raggiungibile in auto ed ancor più interessante, ci si può compiere delle escursioni guidate o in solitaria. 

La pista sterrata ci condurrà difronte ad esso e la notte, ancora fatta di ombre, la trascorriamo al suo cospetto. La mattina, di buon'  ora, attraversiamo a piedi la zona morenica scoperta dal disgelo sino a calpestare il ghiaccio che scricchiola al nostro passaggio. Rivoli d'acqua gelida, dovuti dallo scioglimento estivo si insinuano tra le sue crepe e sgorgano nelle viscere emanando sordi gorgoglii. Laddove il sole raggiunge il ghiaccio si intonano dei riflessi turchesi intensi ed i crepacci infidi e profondi, che superiamo nei punti piu' stretti, intrappolano massi trasportati dai ghiacci e tagliano a sorpresa la superficie frastagliata del ghiacciaio, sfoggiante lingue gelate a ventaglio che, come marzapane, si stagliano algide e cristalline al sole tiepido dell'estate d'Alaska.

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