martedì 2 agosto 2016

Into the wild - Denali

È il 18 luglio quando lasciamo una grigia Fairbanks, per dirigerci a sud verso il Denali National Park. Il tempo è uggioso e non accenna a migliorare. Il tratto di strada per le montagne non ci regala alcuno scorcio apprezzabile data la fitta foschia che annebbia il paesaggio circostante. E la pioggia insistente non tarda ad accompagnarci per il lungo tragitto monotono e ripetitivo. 
Ma giunti ad Healy, un piccolo villaggio lungo la strada, a poca distanza dal Parco, rapisce la nostra attenzione il bus verde n.142 usato nella pellicola "Into the Wild", parcheggiato in un angolo all'esterno di un locale tipico alaskano, fedele riproduzione del Magic Bus originale, locato nelle foreste limitrofe.

 Decidiamo di seguire le orme di Christopher McCandless, alias Alexander Supertramp, che trascorse i suoi ultimi mesi di vita, nelle terre selvagge di Alaska, all'interno del bus trovato casualmente nei boschi, adibito a ricovero dai cacciatori locali. 

Prendiamo la Stampede Road, una strada secondaria che si snoda tra la foresta da cui un'alce sbuca improvvisa e dentro la quale altrettanto frettolosamente scompare tra il fitto di pini e betulle. In lontananza, Eightmiles Lake ci indica che siamo vicini allo Stampede Trail, da cui a piedi si potrà raggiungere nel pieno della tundra, dopo l'attraversamento di due fiumi ed ancora diversi chilometri di sterrato, il mitico bus. 
Sta calando la sera quando arriviamo all'imboccatura del sentiero che già si preannuncia arduo: la pioggia incessante da giorni ha inzuppato le terre e le ha rese fango scivoloso e larghe pozzanghere tra i cespugli intricati non agevolano il cammino. Inoltre, data la stagione estiva e piovosa, i due fiumi da attraversare sono in piena e la corrente impetuosa complica ancor più la situazione. La pioggia non si arresta e le previsioni non sono tra le più rosee.

 Ci fermiamo in questo fazzoletto di fango per passare la notte quando ci accorgiamo che non siamo soli: in un angolo tra gli arbusti c'è Martin,  un ragazzo della Repubblica Ceca, a piedi con il suo zaino che sta tentando a fatica di preparsi il giaciglio per la notte. È fradicio d'acqua dalla testa ai piedi per le troppe ore sotto la pioggia e tremando dal freddo sta componendo la tenda, che è poco più di un telo madido retto da un bastone di legno. 

Gli offriamo una tela cerata piuttosto grande che possa proteggerlo dalla pioggia e dal vento e lo invitiamo a riscaldarsi all'interno del Narci con una tazza di te caldo. Ci spiega che è lì per compiere il suo grande sogno quello cioè di raggiungere il luogo dove Cris ha vissuto gli ultimi mesi della sua vita e si è preparato fisicamente e mentalmente per affrontare tale impresa.

 La sua intenzione è quella, poi di proseguire per i boschi e seguendo il corso del fiume, entrare nel vicino Denali Park, sfidando le intemperie, probabili incontri con orsi e lupi, procacciandosi il cibo e dormendo all'addiaccio, supportato dal suo inseparabile kit di sopravvivenza. Anche noi, se per un attimo abbiamo accarezzato l'idea di raggiungere il Magic Bus, ci rendiamo presto conto che è di difficile , quasi impossibile, realizzazione date le condizioni avverse e il livello troppo alto dei fiumi in piena, attraversabili a piedi solo quando ancora semighiacciati e l'acqua bassa consente il passaggio e cerchiamo, invano, di dissuaderlo. Ma lui non demorde e decide di proseguire nel suo intento con l'auspicio di coronare il suo sogno. 

Ad oggi non abbiamo ancora sue notizie, ma vogliamo credere che tutto sia andato per il meglio e che solo l'assenza di connessione ci impedisca di averle. 

Arrivati nel Denali Park dobbiamo attendere qualche giorno perché si rimetta un po' il tempo per addentrarci nel parco con un bus navetta a scoprire la vita selvaggia che lo popola. Le montagne innevate incorniciano un paesaggio di morbide colline rivestite di muschio e bassi cespugli su cui ruminano caribou dalle corna slanciate verso il cielo e  alci che si mimetizzano nella tundra.

 Gli orsi grizzly camminano indisturbati sulle sponde dei fiumi e catturano le loro prede stanandole dal groviglio di arbusti nani che rivestono i monti. In lontananza, si scorge la sagoma candida del maestoso monte Denali la cui cima, a più di 6000 metri d'altezza, è avvolta da bianche nuvole che non intendono dissiparsi

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