martedì 5 luglio 2016

Banff e Jasper National Parks

Il 24 giugno rientriamo in Canada dopo aver ripercorso i vasti territori del Montana, così come si presenteranno quelli dell'Alberta.
 Le nuvole sono gonfie di pioggia ed il cielo plumbeo contrasta meravigliosamente con le gialle distese di colza fiorita, illuminate dai caldi raggi che fan breccia tra le nubi. Corriamo  tra pascoli verdi su cui ruminano pigre mandrie bovine e campi di grano dorato che faranno da alcova per le nostri notti. 

Dopo un paio di giorni varchiamo l'ingresso del Banff National Park , passando prima per l'omonima cittadina, fiorita ed assolata. Tutt'intorno foreste di alti pini ed abeti e montagne spolverate di neve, fiumi cristallini e ruscelli spumeggianti. 

Saliamo una strada secondaria tra i monti e poi a piedi, camminiamo per i sentieri nel bosco solcato dal Johnston Canyon da cui sgorga il fiume omonimo che lungo il suo percorso in una gola profonda origina spettacolari cascate che durante l'inverno completamente ghiacciate sono meta di numerosi scalatori. Procediamo alla volta del Lake Louise, sulle cui acque azzurre si specchia la cornice delle montagne attorno, così come sulle acque smeraldo del Moraine Lake.
 Percorriamo la scenografica Icefield Parkway lungo la quale si contano più di 100 ghiacciai che riverberano alla luce del sole. Uno fra tutti, l'Athabasca Glacier, dell'esteso complesso ghiacciato del Columbia Icefield sulle Montagne Rocciose canadesi. 

Camminiamo nella zona morenica sottostante ammirandone il suo fronte che si ritira con rapidità ogni anno e il suo discioglimento crea rivoli d'acqua gelida e pura che scorrono ai nostri piedi. I fiumi che scendono dai ghiacci corrono tersi e algidi lungo le valli che costeggiano la strada e le acque turchesi dei laghi risaltono incontrastate tra il verde delle foreste  circostanti. 
Curioso il Peyote Lake con la sua forma inconfondibile di muso di lupo. 
 Entriamo  anche nel Jasper National Park. Gli orsi non mancano e sul ciglio tra i cespugli si cibano di bacche. Più in alto, un gruppo di capre delle nevi dal manto spelacchiato per la muta, brucano su un pendio erboso.

 Sgorgano ruscelli, scorrono fiumi, abbondano laghi ed è un succedersi di scenari unici, un gioco di colori e forme, di forze e contesti che scorre inesorabile sotto i nostri occhi, di parco in parco.

Nessun commento:

Posta un commento