venerdì 30 maggio 2014

Da Magellano verso Ushuaia

La Tierra del Fuego ci accoglie con i colori dell'opera di Alapinta , un murales che racconta la vita difficile dei nativi in questa terra selvaggia e cruda.

Procediamo il viaggio , direzione Ushuaia, percorrendo la Ruta 3, asfalto alternato a chilometri e chilometri di "ripio", sino ad arrivare a San Sebastian, la frontiera cilena che cedera' il passo a quella argentina, a pochi chilometri di distanza.
Attraversiamo Rio Grande, una citta' molto popolata e con numerose aziende, per cercare un luogo piu' tranquillo dove passare la notte. E lo troviamo vicino ad un posto di Polizia , lungo la strada.
La temperatura si abbassa e nella notte  va sotto zero.
La mattina non c'e' molta differenza fin tanto che non esce il sole a scaldare la terra e sciogliere il velo di ghiaccio formatosi nella notte.


L'incontro con un gaucho a cavallo  e' cio' che ci vuole per ben iniziare la giornata. Per lui il freddo non e' ancora arrivato e se ne va in groppa al suo destriero verso la mandria che , pigra, lo attende al pascolo.
Continuiamo, anche noi, la nostra strada che  si snoda inesorabile tra distese steppose, estancias in lontananza, boschi di alberi spogli, ma ricoperti di folto lichene che rende il paesaggio tutto intorno color grigio-verde.

mercoledì 28 maggio 2014

Rio Gallegos - Stretto di Magellano


La giornata di oggi e' dedicata alla rotazione dei pneumatici alla Gomeria Ramos di Rio Gallegos.
Veramente in gamba Fernando, Marcelo e Isaia che con maestria ed esperienza, nonostante la giovane eta' , hanno effettuato il lavoro artigianalmente.
L'unica "nota dolente" : il serraggio dei bulloni che e' stato effettuato con una pistola pneumatica caricata a 150  libbre, che torchiavano troppo le viti stesse.
Alche' , Andrea decide di utilizzare la sua dinamometrica  per il serraggio corretto a 450 newtons,  ma si accorge di non avere il riduttore per la bussola da 30 mm.
Giriamo  non poche "ferretterie" alla ricerca del pezzo, finche' non troviamo una "buloneria" che tiene la bussola con l'attacco giusto per la dinamometrica.
Decide, quindi, di ripassare tutti i serraggi.


 Ormai si e' fatto tardi, ma abbiamo il tempo di raggiungere la dogana con il Cile, a Monte Aymon, dove e' obbligo dichiarare se si e' in possesso di prodotti di origine animale e vegetale, in quanto  per la protezione  del proprio territorio, ne proibisce l'ingresso da altri Paesi.
Non ci facciamo mancare un'abbondante cenetta prima di passare il controllo, per smaltire un po' di scorte alimentari, che piu' tardi ci verranno requisite, come da nostra dichiarazione.
Non mancano i cani antidroga  e perquisizione del mezzo. Tutto ok : si passa!
Si e' fatto buio gia' da qualche ora, piu' ci avviciniamo all'estremo sud e piu' le ore di luce si riducono.
Arrivati a Punta Delgada, attraversiamo in soli 20 minuti, lo Stretto di Magellano!



martedì 27 maggio 2014

Puerto San Julian

Tappa di oggi: Rio Gallegos.

Prima, pero', ci fermiamo a Puerto San Julian per approvvigionamenti..







Decidiamo anche di dare una lavatina al Narci, e rifornirci di acqua dai bomberos locali che ringraziamo.


Lungo la ruta 3, facciamo l'incontro con un bellissimo esemplare di volpe  Patagonica "zorro colorado" che, inaspettatamente , si lascia fotografare  nonostante la distanza ravvicinata.


lunedì 26 maggio 2014

Bosques petrificados de Jaramillo

Le temperature si abbassano e il vento soffia fortissimo.
Prova ne e' il fatto che, fermi alla stazione di servizio per far carburante, non avendo inserito il freno a mano perche' su piano, il Narci inizia ad avanzare spinto dal vento. Incredibile , ma vero!
Siamo diretti al Parque Nacional Bosques Petrificados de Jamarillo, dove i resti di araucarie pietrificate di 150 milioni di anni , tra il Giurassico e il Cretaceo, sono i piu' grandi e i piu' vecchi fossili del genere, della Patagonia.
Prima pero' , la sosta e' d'obbligo al Paloma , in cui ci accampammo nel 2005, per salutare Nicolas. Con amarezza, scopriamo che sono rimasti solo i suoi ricordi! 



La notte trascorre in totale solitudine all'ingresso del Parco, accompagnati solo dalla voce impetuosa del vento, le cui raffiche raggiungono anche i 70 km orari.
La mattina, ci accolgono immobili e maestosi i tronchi di araucarie milionarie , coricati su di un territorio silente e sconfinato, trapuntato di cespugli di calafate, mata torcida e  una de gato.
In lontananza, branchi di guanachi e choique, specie piu' piccola di nandu'.











sabato 24 maggio 2014

Bosque petrificado Sarmiento

Da Comodoro Rivadavia, principale distretto petrolifero in Argentina, partiamo la mattina alla volta di Sarmiento nota per essere un'area naturale protetta dove si trova il bosco pietrificato del Cretaceo risalente a 60 milioni di anni fa.


Lo si raggiunge attraversando zone di steppa Patagonica dorata dalla stipa imbiondita dall'autunno










Rocce colorate


I colori si accentuano con il contrasto delle rocce purpuree, composte da sedimenti di argilla  arenaria e basalto e lo spettacolo prende forma. La valle lunar così chiamata si estende a perdita d'occhio e certamente il favore del sole al tramonto la rende uno spettacolo unico !






venerdì 23 maggio 2014

Museo Egidio Feruglio - Trelew

Siamo arrivati a Trelew per una visita al Museo Egidio Feruglio, sapendo del recente ritrovamento di un dinosauro, al momento il più grande al mondo, circa 40 m.
Una volta entrati, abbiamo la fortuna di visitare anche il laboratorio dove stanno continuando i lavori sul femore, omero e bacino.








Il ritrovamento è avvenuto a Flecha, circa 250 km ad ovest di Trelew, nella regione del Chubut.
Si tratta di un esemplare di Sauropodo, erbivoro, del Cretaceo, risalente a 100 milioni di anni fa.
E' impressionante la mole del femore!
Femore di Sauropodo

giovedì 22 maggio 2014

Ricordi del 2005

Giuseppe Schiavo (Bepi) e la "poderosa"
Lasciamo la Penisola di Valdes con il ricordo del nostro primo viaggio in Patagonia nel 2005, in moto, assieme ai nostri amici Giorgio, Bepi e Luciano. Percorrendo la strada ci è tornata la nostalgia di quei bei momenti trascorsi insieme.
Con l'occasione, raccomandiamo all'amico Bepi, appassionato motociclista e collezionista di moto, di avere cura della nostra "poderosa".
Lo ringraziamo, altresì, per il supporto tecnico fornitoci (Profteq)
Guanaco







Si incontrano i primi guanachi, e la memoria corre a Luciano che ne fu quasi travolto assieme alla sua moto, di ritorno da Punta Norte.








Ultimo tentativo di avvistare ancora una volta la balena a Punta Flecha, ma niente.
E il viaggio continua...................

mercoledì 21 maggio 2014

Penisola di Valdes

Arriviamo il 20 maggio alla Penisola di Valdes e ci dirigiamo a Puerto Piramides, dopo aver visitato il Museo Istmo Ameghino, che accoglie, oltre a esemplari di flora e  fauna locale, lo scheletro di una balena franca austral  spiaggiatasi nel 1985 a Caleta Valdes.
All'ufficio turistico ci consigliano di visitare Villarino, una zona della Playa Larralde da cui si possono avvistare, con fortuna, i primi esemplari di balena franca arrivati prima del tempo, di solito a giugno, per la procreazione.
Abbandonato l'asfalto, ci addentriamo in una pista che ci condurra' a Villarino, ma , ahime', dopo  neanche un chilometro, qualcosa ci dice che e' meglio tornare indietro: l'arena tipica della zona , bagnata dalle piogge di questi ultimi giorni, forma un fango "barro" scivoloso come sapone. Pertanto, il peso e le gomme non idonee, fanno scivolare Narciso sul lato della pista. Arranca, scalpita, ruggisce, ma niente : e' intrappolato nel barro . Proviamo con le piastre, ma la posizione sfavorevole del Narci, non aiuta. Decidiamo di tentare  con il verricello e agganciarlo alle uniche piante che la zona ci offre: dei cespugli spinosi e poco radicati.
Risultato: estirpiamo non poche piante del territorio prima di arrenderci  e decidere di ritornare a piedi al paese per  chiedere aiuto a qualcuno.
La scena e' da film: due personaggi infagati sino al collo, in tutti i sensi, soli a piedi sulla ruta principale in attesa che passi un'auto e chiedere un passaggio al paese. Fortuna vuole che si ferma addirittura un autobus che ci conduce a Puerto Piramides dove, per ben la terza volta dall'inizio del viaggio, chiediamo aiuto ai Bomberos  locali.
Con stupore, scopriamo che andranno in soccorso di Narciso con il loro Unimog 1450, donazione di un italiano!  Da non credere!
L'intervento si  conclude con successo ! Scopriamo che tutte le piste che conducono a Punta Norte e Punta Delgada sono chiuse perchè impraticabili per il fango.
Per ricompensa, ci regaliamo una cenetta al ristorante The Paradise ,a base di Picada de Mariscos e Verum, un ottimo bianco Patagonico.
Ringraziamo i volontari Fernando Vera e Leonel Burguento della squadra dei bomberos di Puerto Piramides.


L'indomani, ci alziamo di buon ora per tentare l'avvistamento della balena franca austral. Per il momento, la sola vista, è della pinna riflessa su Narciso!
Ci dirigiamo al Mirador Punta Piramides sul Golfo Nuevo e avvistiamo una colonia di otarie e leoni marini, ma nessuna balena all'orizzonte. Rassegnati, dopo più di un'ora di scrupolosa ricerca con il binocolo, avvistiamo una sagoma nera che sbuffa in lontananza. E' lei: la balena franca austral! una dei 4 esemplari già arrivati sin qui.

Magnifico! La buena suerte ci ha regalato questa anteprima, dato che normalmente arrivano in massa a giugno e rimangono per circa 6 mesi.

lunedì 19 maggio 2014

Valcheta

Dopo aver lasciato la Regione di Buenos Aires, ci dirigiamo a Valcheta, nella regione del Rio Negro.
La strada sembra interminabile. Cambia la vegetazione in arbusti e cespugli, tra i quali riusciamo ad intravedere una lepre della Pampa, detta "mara".







Incontriamo un altare dedicato a "Difunta Correa" molto venerata in Argentina e doniamo anche noi una bottiglia con dell'acqua.

Arriviamo a Valcheta in tarda serata, per poter l'indomani, visitare una delle numerose foreste pietrificate 
della Patagonia.
La mattina visitiamo il Museo "Maria Ines Kopp" www.realpatagonia.org che oltre a reperti archeologici, geologi e storici del luogo,
raccoglie molte testimonianze paleontoligiche. Una tra queste, le uova del dinosauro Titanosauros, del Cretaceo. Parlando con Marianna, la responsabile del museo, veniamo a conoscenza che Valcheta, citata anche da Darwin nei suoi libri, nasce da un piccolo popolo teuelche che mise le proprie radici qui per la forte presenza di acqua rispetto a tutta la zona desertica circostante. Proseguiamo la visita alla foresta pietrificata.
Più tardi, approfittiamo della generosità dei Bomberos locali per un ulteriore rifornimento di acqua.
Un grazie ad Hernan e Jesus.

domenica 18 maggio 2014

Trasferimento

17 maggio 2014, giornata di trasferimento, da Balcarce a Bahia Blanca, la strada è lunga e ci attendono più di 400 km.
Viaggiamo su di una striscia di asfalto che corre dritta in mezzo a terreni coltivati a granoturco e girasoli, e distese di pampa incolta e sconfinata.
Decidiamo di marciare anche con il buio per raggiungere un'altra delle tante tappe prima di arrivare all'estremo Sud.
Solo noi, il fascio dei nostri fari al buio più totale e le stelle che ci fanno compagnia in questo territorio sconfinato e deserto.
E' mezzanotte e pochi chilometri ci separano da Bahia Blanca, pregustiamo già il meritato riposo....ma.....
Narciso, ad un certo punto, su di una salita, in una strada a due corsie trafficata da mezzi pesanti, borbotta e si arresta!!!!
Scendiamo di corsa e cerchiamo di mantenerci più visibili possibile con l'aiuto delle torce. Andrea è intento a verificare sul motore cosa possa essere accaduto. Il pensiero va subito alla presenza di acqua nel gasolio.. Ma nessun risultato. Nel frattempo, segnalo il pericolo ad un camion in arrivo in senso contrario, in discesa.
Si ferma e scendono due ragazzi locali che prontamente ci aiutano.
Buio, freddo , vento che soffia e qualche goccia di pioggia, Narciso sul ciglio della strada con il cofano aperto! la situazione non è delle migliori. Tentano più volte di svuotare l'aria dalla pompa, ma il Narci non accenna a ripartire. Andrea, da buon tecnico, scende dal musetto del Narci, e cade rovinosamente per terra, slogandosi una caviglia e perdendo tra l'erba torcia e chiavi inglesi.
I ragazzi, ignari della goffa situazione creata, continuano a svuotare l'aria dalla pompa, ma ancora nulla.
Ad un certo punto, con sorpresa generale , ci accorgiamo che il serbatoio N.1 ERA COMPLETAMENTE A SECCO!!!!!
A questo punto ci abbandoniamo ad una risata liberatoria!!!
Ma non finisce qui: giunti ormai quasi all'una a Bahia Blanca, non trovando un posto idoneo per la notte, decidiamo di sostare lungo l'Av.Alfredo Palacio, vicino ad un incrocio e ad un locale, ci sembrava un posto tranquillo. Ma nella notte, alcuni rumori ci svegliano. Controlliamo e ci accorgiamo che tre balordi stanno tentando di togliere la tabella di carico sporgente, posta nel retro del Narci. Ore 03,00.
Ore 07,00, un balordo solitario tenta di aprire la cabina, alchè decidiamo che è giunta l'ora di levare le tende!
D'ora in avanti, ci affideremo a Gauchito Gil!

sabato 17 maggio 2014

Museo Juan Manuel Fangio - Balcarce

 Ritornati nella notte a Balcarce, entriamo all'apertura nuovamente al Museo Juan Manuel Fangio per riprendere le immagini perse il giorno prima.

Il grande pilota di f1 di origini Italiane,5 volte campione del mondo su Alfa Romeo, Mercedes Benz, Ferrari e Maserati.
Arriviamo la sera a Sierra de los Padres dove ci accoglie nella sua bella casa, Luciano, conosciuto per caso alla stazione di servizio, nella mattina.
Juan Umberto, di origine italiane, un suo caro amico, sta preparando come usanza in Argentina, la carne asada. Con noi, anche la figlia Nahir, quattordicenne e, poco più in là, al caldo del focolare, Lola, una splendida San Bernardo che allatta 11 cuccioli di appena sei giorni!
Magnifico! Luciano è viaggiatore assiduo da molto tempo e ha visitato molti posti del mondo, raccontati nelle sue numerose fotografie che ci illustra.
L'ottima cucina e la splendida compagnia, ci fa sentire come a casa e tra un discorso e l'altro, si fanno quasi le tre di notte, quando, nostro malgrado, ci accorgiamo che le foto scattate la mattina al Museo Fangio con tanta passione sono state cancellate per sbaglio, durante le operazioni di trasferimento dati al pc.
E' per questo motivo che decidiamo di rimetterci in marcia e ritornare di notte a Balcarce per ripetere la visita al Museo la mattina seguente, nonostante gli inviti ripetuti di Luciano a restare ospite da lui anche la notte!
Una persona veramente squisita, che il caso ha voluto incontrassimo.



Il 14 maggio, lasciamo Buenos Aires per dirigerci ad Azul, cittadina del centro della Pampa, per andare a salutare di persona un'amica di Facebook, Ines La Bianca.
La strada è lunga,  e percorriamo la "51" ormai anche con il buio, per avvivinarsi il più possibile ad Azul. Sostiamo per la notte a Tapalquè, in una stazione di servizio.
La mattina seguente, ci attende Ines a casa sua, dove abbiamo l'occasionedi conoscerci di persona e di parlare delle sue origini Italiane in compagnia del mate da lei preparato  , un  infuso di erba mate , appunto, e acqua calda,dal gusto intenso, immancabile  nella quotidianità  argentina.


Entro sera, arriviamo al Monastero Trapense di ns.Signora de los Angeles,dove passeremo la notte. Un posto incantevole sulle colline della  Bocca de las Sierras,
Si narra che vi si sia rifugiato colui che sgancio' la bomba atomica su Hiroshima.
Si riparte, il 16 c.m., verso Balcarce, città natale del mitico pilota di F1 , Juan Manuel Fangio.
Prima, però, di ritrovare l'asfalto, ci attende una pista di terra e fango, che ci conduce a riprendere la strada provinciale.
Grazie Ines per i consigli che ci hai dato.

Prima di raggiungere Balcarce facciamo un altro incontro in una stazione di servizio e ci accorgiamo subito di quanto siano ospitali gli argentini. L'incontro è con Luciano che parla molto bene l'Italiano, il quale ci invita a cenare a casa sua a Sierra de Los Padres.
Confermiamo che la sera dopo la visita al museo Fangio andremo a trovarlo.



venerdì 16 maggio 2014

E' a Montevideo che decidiamo di trascorrere l'ultima serata  con i nostri compagni di viaggio in nave, le due coppie tedesche, Kurt e Barbara, Wener e Christiane,
e la coppia francese , Dominique e Charlotte,  in viaggio per il Sudamerica, con i loro trucks.




Usciamo dall'Uruguay, imbarcandoci sul Buquebus a Colonia, verso Buenos Aires, dove sosteremo 2 giorni per visitarla, ma soprattutto per assicurare  il mezzo,
che con successo riusciamo a farlo tramite l'agenzia "Tambussi & Asociados" della Compagnia "San Cristobal ", Av.Cordoba 966, 9° piano, ufficio I,
tel. 4322-2295 oppure 4393-5615 fax 4328-0682, e-mail: juangutierrez@fibertel.com.ar.
La consigliamo vivamente per la cortesia e il trattamento del Sig.Juan Carlos e per il prezzo competitivo.

Archiviato problema "assicurazione", visitiamo la capitale: colazione al Caffè Tortoni,
tra i più vecchi locali della città; puntatina alla fermata "Perù" della metropolitana,
ancora con i tornelli in legno e ferro dell'epoca dei primi '900;
immancabili foto alla Casa Rosada e all'Obelisco dell'Avenida 9 de Julio; poi, barrio San Telmo, con la piazzetta e il suo mercato coperto dell'epoca coloniale.
e ancora, Caminito - Barrio Boca e nel pomeriggio, quartiere Palermo, visitato in compagnia di Andrea Marcon della ditta ORIZO, nostro sponsor tecnico,
che attualmente vi risiede.




mercoledì 14 maggio 2014

Zarate - Montevideo

Arriviamo a Zarate il 6 maggio nel tardo pomeriggio, dopo due giorni di sosta in rada, all'ancora, in attesa del permesso di entrata in porto , percorrendo il Canale Paranà della lunghezza di circa 40 km, molto stretto per il passaggio delle grandi navi.
Approfittiamo della sosta di 2 gg per scendere a terra in cerca di un' assicurazione "Merco Sur"  per Narciso, ma nonostante i numerosi tentativi, rientriamo in tarda serata in nave senza alcun risultato.
Ripartiamo l'8 mattina diretti, finalmente, alla tanto agognata Montevideo, poche miglia ancora e attracchiamo....
Ma ancora una volta dobbiamo armarci di pazienza, in quanto, a causa del traffico in banchina, non ci danno il permesso di entrare in porto e quindi, ci attende un'altra notte in rada, all'ancora.




Finalmente, il 10 maggio 2014 , alle 08,00 circa di mattina, dopo esatti 29 giorni, arriviamo a Montevideo, Uruguay!!!!!
Evviva!!!!!!




martedì 13 maggio 2014

Partiamo da Banjul, diretti a Santos, in Brasile. Una traversata di soli tre giorni, su di un mare piatto, molto sole e caldo intenso, data la vicinanza all'Equatore,
che, nella notte dal 23 al 24 aprile, aspettiamo di attraversare, coricati sul ponte, sotto un cielo carico di stelle.
A Santos, ci fermiamo giusto il tempo di scaricare diversi automezzi e caricare altri containers e poi ripartiamo alla volta di Paranaguà, poco distante.
Ripartiamo la sera stessa, da Paraguanà dopo aver scaricato 600 vetture nuove
 e diverse macchine agricole. Direzione Zarate, Argentina, penultima tappa prima di raggiungere
la destinazione a Montevideo.
La vicinanza alla terra argentina si avverte dal clima più rigido, dal forte vento e dal mare ingrossato che abbiamo incontrato subito la notte successiva alla
partenza.
Le giornate trascorrono comunque serene e in buona compagnia, alternando visite alla sala comandi e alla sala motori.