martedì 17 novembre 2015

Da Merida verso il confine


La mattina del  31 ottobre partiamo per la montagna. La strada e' lunga e si inerpica tra i verdi pendii della Cordigliera Andina, sino a raggiungere il picco più alto, Pico El Aguila, a 4050 mt s.l.m. tra le nuvole che tutto avvolgono

. Poi scendiamo ed abbondano le colture di ortaggi, fragole e patate. Attraversiamo villaggi montani e i volti arrossati dal freddo si stupiscono al nostro passare. 

Arriviamo a Merida, città più a valle, in cui soggiorneremo un paio di notti, trascorrendo le giornate nei parchi tematici che raccontano il Venezuela dei primi novecento.

Ripartiamo poi alla volta di San Cristobal, ultima tappa prima di arrivare a San Antonio del Tachira, al confine , che raggiungeremo sabato 7 novembre, con la speranza sempre viva di riuscire a varcare la frontiera venezuelana che da più di due mesi è chiusa con la Colombia.
Ma con amara sorpresa scopriamo che il problema non è tanto uscire dal Venezuela, quanto entrare in Colombia, che a sua volta, per le forti tensioni tra i due Paesi , ha chiuso l'accesso a tutti coloro in transito dal Venezuela, turisti compresi.

Al confine altre tre coppie di viaggiatori attendono pazientemente da più di due settimane che le trattative tra le loro Ambasciate e le Autorità colombiane giungano ad una conclusione positiva. Ed alle loro, nei giorni a venire, si aggiungono anche quelle dell'Ambasciata italiana in Bogotà.
L'attesa è snervante e le notizie non fan certo sperare. Ma la sera di giovedì 12 novembre, quando ormai rassegnati all'idea di partire sabato per ritornare indietro sino all'unica frontiera aperta, quella con il Brasile, risalire in " balsa" l'Amazzonia brasiliana, entrare in Perù sino all'Ecuador per varcare la frontiera colombiana ci sembrava l'unica alternativa seppur bizzarra da considerare, giunge la notizia inaspettata che Venezuela e Colombia hanno negoziato il nostro ingresso nel Paese, così come quello di più di duecentto veicoli colombiani attualmente trattenuti in Venezuela ed altrettanti venezuelani bloccati dall'altro lato.

Con gioia e con sollievo venerdì 13 novembre, scortati dai militari, varchiamo il confine accompagnati dai saluti generosi di tanta gente che condivide con noi l'emozione di questo giorno.
Un ringraziamento particolare a Riccardo e America che ci hanno accompagnati in sicurezza durante buona parte del nostro soggiorno in Venezuela, facendoci scoprire le bellezze di questo Paese e le sue innumerevoli contraddizioni, la sua cultura culinaria e le tradizioni dei suoi popoli.
Un ringraziamento a Riccardo che, quale Commisionario Speciale del Governo Bolivariano si è prodigato affinché potessimo uscire dal Venezuela senza ostacoli.
Cogliamo l ' occasione anche per ringraziare le Ambasciate italiane in Caracas e in Bogotà,  il Vice Consolato italiano di Puerto Ordaz che hanno messo a disposizione la loro diplomazia , unita alla pressione delle rispettive Ambasciate dei turisti francesi, brasiliani ed argentini, per far sì che la Colombia aprisse in via del tutto eccezionale la frontiera.
Un doveroso ringraziamento al Gen.Carlos Alberto Martinez Stapulonis della Divisione Unica della Zona di Sicurezza Fronterizia N.1 ed il Comandante Viana per la loro collaborazione.

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