Nei giorni a seguire continuiamo la marcia nell'esteso territorio del Montana, ricco di ranch e fattorie, dove mandrie bovine si alternano a cavalli allo stato brado. Uno stormo di pellicani bianchi si bagna nel rio poco profondo. Entriamo nel Wyoming e di lì a poco nello Yellowstone National Park dove ci dà il benvenuto una famiglia di cervi mulo che diligentemente attraversa la strada, abbandonando la radura erbosa per sparire tra i boschi.
L'acqua è la regina incontrastata di questo Parco sotto ogni sua forma e stato. Solida, sulle cime più alte spolverate di neve e ghiaccio sui picchi elevati; liquida, sgorga trasparente e gelida dai torrenti, si muove lenta e carezzevole nei corsi d'acqua tra i canneti e tranquilla si riversa nei laghi azzurri, calda e trasparente ribolle nelle sorgenti solforose di natura vulcanica per poi sprigionarsi, sottoforma gassosa, dalle viscere della terra, originando potenti geyser , fumarole e vapori.
Spettacolari e uniche sono le numerose "hot spring", enormi occhi, profondi nella crosta calcarea biancastra da cui sale, a formare piscine naturali, acqua solforosa così cristallina e priva di ogni impurità che sembra impossibile raggiunga più di 70º C , su cui aleggia costante un alone di vapore che si dissolve nell'aria
. I bordi di molte piscine, una fra tutte la rappresentativa Grand Prismatic Spring, sono l'habitat ideale per miliardi di microrganismi che si sono adattati a vivere in ambiente acido e solforoso dando origine a magiche colorazioni che virano al giallo oro , al corallo ed al rosso, con toni di ruggine e smeraldo, creando un magnifico contrasto con il turchese della pozza d'acqua.
Sembrano crogioli in continuo fermento che sversano colate d'oro e bronzo su superfici bianco calce, eteree come borotalco. Altra testimonianza artistica di Madre Natura, la magnifica Mammoth Hot Spring, un'imponente opera che, grazie alla combinazione di carbonato di calcio e magnesio ai minerali dell'acqua che stilla costante ha creato un gioco di terrazze a sbalzo con coni e stalattiti, depositi bruniti alti sino 90 metri.
E nascosti tra le rughe della terra riarsa, ribollono pozzi di fango grigiastro e crepe naturali alitano caldi vapori, borbottando sommessamente. Allontanandosi da questo luogo Dantesco, il Parco continua a splendere verde e rigoglioso di vegetazione e fauna selvaggia, come l'orso grizzly che noncurante della nostra presenza cammina goffo verso un tronco divelto per estrarne con foga un prelibato boccone.
Anche la femmina di orso bruno con i suoi due cuccioli si aggira tra l'erba alta e i fiori selvatici e dopo un incrocio di sguardi, sparisce tra i boschi.
Il lungo fiume Yellowstone che si gettera' nel lago omonimo dopo aver solcato tutto il parco, si tuffa irruento nel profondo canyon generando fragorose cascate. Dalle pareti brulle e scoscese scendono guardinghe le bighorn con gli agnellini a seguito che le imitano nei movimenti. Un cervo wapiti si mimetizza tra gli alberi, confondendo le sue grandi corna tra i rami secchi ed i bisonti, massicci e possenti si muovono lenti e incontrastati sulle praterie verdeggianti.
Cala la luce e noi ci addormentiamo nel dolce silenzio dei boschi.