domenica 25 ottobre 2015

Puerto la Cruz - Isla Margarita

Venerdi 16 ottobre lasciamo Mochima per destinazione Puerto La Cruz dove ci incontreremo con la coppia venezuelana , Riccardo e America che ci ospiteranno nella casa di famiglia a Isla Margarita.
Entriamo in città in tarda mattinata ed il traffico è all'ora di punta. Troviamo alloggio nel parking di un hotel e ci rilassiamo in piscina, in attesa dell'arrivo dei nostri amici l'indomani.

Sabato sera prendiamo il traghetto al volo ed è ormai notte quando arriviamo a casa nell'isola, che inizieremo a conoscere il giorno seguente con un tour di parte delle numerose spiagge che la rendono famosa . Il mare e' cristallino, mosso da onde alte e spumeggianti e la sabbia dorata è ombreggiata da palme che si muovono alla brezza marina. Ci soffermiamo a gustare del pesce fresco di giornata a bordo mare.


Nei giorni seguenti conosciamo la capitale, La Asuncion, le città di Pampatar e  Porlamar, e ancora playa El Agua, playa Manzanillo dove i pescatori calano le loro reti per pescare le sardine, prede anche di abili pellicani affamati.

A playa Galera, in cima al fortino, assistiamo al sole che va a dormire alle spalle di un monte a picco sul mare.

E per salutare l'isola, l'ultimo giorno lo trascorriamo a playa Guacuco, una spiaggia lunga e dorata, bagnata dal mare turchese agitato da cavalloni che invitano a "surfare" a corpo libero. Ed il divertimento è assicurato!

sabato 17 ottobre 2015

Parque Nacional Mochima

Mercoledì 14 ottobre, dopo una giornata di mare a Puy Puy, partiamo alla volta di Mochima, nel Parco Nazionale omonimo.
Arriviamo dopo un saliscendi continuo sulla costa a strapiombo sul mare dalle mille sfumature di blu. Il villaggio ai piedi del monte ci accoglie sonnolento e tranquillo. Riserviamo una lancia per partire, l'indomani, alla scoperta del secondo parco marino del Venezuela , composto da più di 30 tra isole e isolotti , con spiagge incontaminate, dalla sabbia dorata.
 
Ci accompagnerà Oscar Perez, ex pilota mondiale di motocross, che abita da più di nove anni in solitudine, nel parco, in riva al mare. Stregato dalla bellezza di questi luoghi raggiunti per una vacanza, ne sono diventati la sua "casa" e non è difficile intuirne il motivo. Il mare calmo lambisce coste rocciose a picco sul mare, dimora abituale di pellicani ed albatros. Numerose sono le grotte naturali che si svelano ai nostri occhi e quasi tutte sono dedicate alla Vergine, protettrice del mare e dei suoi abitanti.

 L'acqua è cristallina e si intravede il fondale roccioso: è un invito ad immergerci ed apprezzare il mondo silenzioso e colorato che ospita . I pesci coloratissimi si muovono indifferenti tra le spugne e i coralli, i ricci marini sono aggrappati agli scogli e i raggi del sole penetrano le acque trasparenti , illuminando questo straordinario mondo sottomarino.

 La lancia corre veloce sul mare e raggiunge piccole spiagge dorate, nascoste tra le brulle coste, habitat di iguana , lucertole e cactus spinosi . Sono piscine naturali in cui scegliere di bagnarsi e fluttuare in totale libertà , baciati dal sole caldo che ci accompagna costantemente. 

Raggiungiamo una delle numerose spiagge dove un tipico ristorantino propone piatti di pesce e verdura , freschissimi. Soddisfatto anche il palato, procediamo alla scoperta del parco, alla ricerca dei delfini che lo popolano. Non riusciamo a vederli, ma in compenso, siamo attorniati da branchi di sabalo, un pesce dalle notevoli dimensioni, può raggiungre i 200 kg di peso, che salta leggiadro a pelo dell'acqua, mostrando la sua pinna dorsale e la livrea argentea. Fanno capolino anche  le tartarughe marine, ma scompaiono timide nel blu un attimo dopo.
Un ultimo tuffo nelle acque turchesi e limpide dove una sorgente di acqua dolce sottomarina si mescola con quella salata del mare.
Semplicemente : un paradiso 

venerdì 16 ottobre 2015

Playa Medina e Playa Puy Puy

Lunedì 12 ottobre, lasciamo il fresco della montagna per scendere verso la costa. Gli acquazzoni improvvisi sono all'ordine del giorno ma presto il sole asciuga il loro passaggio.

 La quota diminuisce e l'afa non tarda a farsi sentire. Attraversiamo paesi colorati concediamo un passaggio ad un militare, facciamo carburante e per 100 lt paghiamo solo 5 Bolivar ! Imbarazzante se si considera che al cambio, 1 dollaro sono mediamente 700 bolivars!
Procediamo e la strada risale e poi ridiscende sino a stringersi tra il fitto della foresta. Finalmente , dopo una delle ultime  curve, scorgiamo un esteso palmeto che ombreggia una vasta spiaggia dorata, bagnata dal mare spumeggiante . È Playa Medina

, dove è nostra intenzione accamparci per la notte. Ma subito nel, parcheggio, un tale ci avvicina e ci dice che non è possibile farlo perché è zona protetta , insistiamo ma invano e ci indirizza, su nostra richiesta, alla posada a fianco, in riva al mare. Ma, amara sorpresa, anche lì non è gradito il nostro arrivo: un prezzo elevato della stanza come deterrente, poi ci accettano solo per due notti, dopo ricambia versione e ci conferma che la posada è al completo. Intendiamo parlare con il "dueno" che prima non c'e, poi c'e' ma è stranamente occupato.  E' segno palese di un invito ad andarcene. E noi non ci soffermiamo oltre e ci dirigiamo all'altra spiaggia che, a soli 20 minuti di cammino, raggiungiamo: Playa Puy Puy,

 dove si può pernottare liberamente sotto un palmeto o a discrezione in una "cabana". Noi decidiamo di raggiungere una posada nel punto più estremo della spiaggia e stazionare in riva al mare, al suono conciliante della risacca.

Da Puerto Ordaz alla Cueva del Guacharo

 Venerdi 9 ottobre e' un giorno importante per il Venezuela:  disputera' nel pomeriggio  allo Stadio Cachamay di Puerto Ordaz la partita di calcio contro il Paraguay per le qualifiche ai mondiali 2018. E la città e' gremita di tifosi che nelle loro maglie "vino tinto" colorano le vie. Anche noi siamo coinvolti da tanto calore che assistiamo alla partita dai mega schermi del  Club Italo Venezuelano in compagnia di simpatici sostenitori del "vino tinto". Peccato che agli ultimi minuti il Paraguay si aggiudica la vittoria con un risultato di 1 a 0.
Sabato 10 ottobre approfittiamo della giornata libera per un 'escursione in battello sul Rio Caroni per apprezzare Puerto Ordaz da una prospettiva diversa.
Le sponde verdi del rio contornano la citta' sullo sfondo, la diga e l'industria siderurgica, una delle attivita' principali del luogo, assieme all'estrazione di bauxite.

 Procediamo lenti, sino all'incontro marcato delle acque scure del fiume Caroni con  quelle marroni dell'Orinoco, il maggior fiume del Venezuela, che nasce nelle montagne Parima per sfociare a delta nell'Atlantico. E' incredibile notare come le acque non riescano a mescolarsi perché di densità differente .

Scorgiamo il Parque Cachamay e il Parque Llovizna sino ad arrivare alle cascate del rio, maggior spettacolo del tour, sotto le quali ci spetta una rinfrescante doccia sul battello che sfida le acque agitate del salto. Di lì a poco, il bagno nelle acque del Rio Caroni.

L'indomani partiamo mattinieri per la Cueva del Guacharo, altro sito d'interesse sulle montagne venezuelane. Ci attendono circa 250 km di strada. I primi 50, i locali ci dicono  di attraversarli senza sosta perché poco raccomandabile: e' "los pinos", terra assolata e apparentemente deserta, dove a farla da padrone è la quantità di pini che ricopre questa zona. Capiamo che ce la siamo lasciata alle spalle dal cambio netto della vegetazione: ritorna preponderante quella tropicale con palme , banani e manghi. Passiamo per  Maturin e ci impressiona la coda di gente davanti ai supermercati: il parcheggio e' affollato non da macchine, ma da persone che con tanta pazienza e rassegnazione aspetta il proprio turno per procurarsi il cibo.
Poi iniziamo a salire e la strada si inerpica attraversando villaggi da case coloratissime come i fiori che le circondano.
Arriviamo finalmente a destinazione con un po' di adrenalina in corpo da smaltire dopo lo sbandamento del Narci su una discesa in curva, sotto la pioggia.
Ci dicono che i camion che trasportano canna da zucchero perdono inevitabilmente della melassa che a contatto con l'acqua crea una patina scivolosa sull'asfalto.
Sono le prime ore del pomeriggio e abbiamo il tempo necessario per visitare la Cueva del Guacharo, una grotta risalente al Cretaceo che al suo interno ospita, oltre a numerossime specie animali, una colonia di guachari, uccelli monogami di notevoli dimensioni, pressoché ciechi , che al buio della grotta vivono nelle ore diurne e da cui escono solamente al calar del sole . La luce potrebbe bruciarne la pupilla altamente sensibile provocandone morte certa per schianto contro rocce o alberi. Entriamo nella completa oscurità,  solo il fascio discreto della torcia della guida  illumina il percorso e le secolari stalattiti e stalagmiti dalle forme più svariate. Il verso assordante dei guachari che volano sopra le nostre teste echeggia per tutta la grotta e si fatica a sentire la spiegazione della guida che ci accompagna sino ai primi 800 metri della cueva, profonda oltre 10 km, perché l'ora è tarda e bisogna uscire. Di lì a poco, usciranno anche i guachari per procurarsi bacche e frutta che la foresta  offre loro, nell'oscurità più totale.

sabato 10 ottobre 2015

Venezuela : Salto Angel

Sabato 3 ottobre ci svegliamo di buon' ora per affrontare più di 450 km sino a Puerto Ordaz, all'areoporto.
Da lì prenderemo un aereo che ci condurrà a Canaima, per visitare uno degli spettacoli naturali per cui vale la pena venire in Venezuela, Salto Angel
.
La strada è lunga e soleggiata e il viaggio è minacciato da buche profonde sull'asfalto. Attraversiamo villaggi di indigeni e località poco raccomandate dagli stessi locali, come San Isidro Km88, El Dorado e Las Claritas in cui ci addentriamo per la via principale, imbottigliata e chiassosa.
Entriamo a metà pomeriggio in Città de Guayana da San Felix, la parte più vecchia della città e l'impressione non è delle migliori: sporcizia e degrado saltano subito all'occhio. Passato il ponte sul fiume Orinoco, ci troviamo nella parte nuova chiamata Puerto Ordaz e ci dirigiamo all'areoporto per
stazionare Narciso nei giorni in cui andremo a Canaima.
La domenica la passiamo in compagnia di Riccardo Souki, conosciuto a Santa Elena de Uairen, una persona amabile che ci condurrà a conoscere da vicino la sua città, partendo dal Club Italo Venezuelano, tra i più grandi del Paese, il centralissimo Parque Llovizna, l'ecomuseo che racconta
la costruzione dell'immensa diga e della centrale idroelettrica che genera assieme ad altre minori il 70% dell'elettricità di tutto il Venezula.
Lunedì 5 ottobre saliamo in uno dei tre aerei da 20 posti ciascuno che partiranno per Canaima e dopo neanche 50 minuti, ci troviamo nell'afosa pista di atterraggio, accolti da un buon cocktail di benvenuto allo splendido Waku Lodge, immerso nella natura, difronte a tre spettacolari cascate che si gettano con tutta la loro forza nella Laguna Sapo.

Da lì a poco, siamo nuovamente seduti in un piccolo velivolo, solo 5 posti, per sorvolare il Parque Canaima e il mitico Salto Angel.
Sotto di noi, solo fitta foresta vergine, solcata da molteplici fiumi e la sommità dei tepui, queste montagne antichissime dalla caratteristica forma a parallelepipedo, sulla cui superficie piatta sgorgano ,tra le rocce frastagliate, corsi d'acqua che alimentano numerose cascate.
L'aereo sorvola la cima del tepui Auyantepui ed ad un tratto il vuoto: la parete verticale precipita a quasi mille metri e con essa, Salto Angel, il salto più alto al mondo. L'acqua si tuffa da circa 980 metri e non fa in tempo a toccare terra che nebulizza! E' uno spettacolo da togliere letteralmente il fiato. Su di essa, solo le nuvole che la nascondono e la svelano ai nostri ripetuti passaggi.
L'indomani, la vedremo dal basso, dopo un percorso di circa 4 ore, navigando con una lancia in legno sulle acque nere del fiume Carrao, tra le rapide, contro corrente ed un treking di oltre un'ora nell'intrico della foresta amazzonica.

Ai suoi piedi, un bacino naturale di acqua, mossa da un'ulteriore cascata, ci accoglie per un bagno rigenerante ed impagabile sotto lo sguardo del Salto Angel.
La notte dormiremo nell'accampamento del
lodge sulle sponde del fiume Carrao, cullati dal dondolio delle amache.

Un'esperienza fantastica, come la vista del Salto Sapo e la camminata alle sue spalle, tra la roccia e l'acqua fragorosa che al nostro passaggio ci bagna inevitabilmente. Nente in confronto all'acqua torrenziale del temporale tropicale che ci sorprende durante il rientro al lodge.
Fradici, ma appagati da tanta bellezza!

mercoledì 7 ottobre 2015

Venezuela- Gran Sabana

 Mercoledì 30 settembre, dopo una fila di piu' di due ore, riusciamo ad entrare in Venezuela. Non sappiamo ancora se ci sarà la possibilità,  una volta ai confini con la Colombia, di uscire perché le ultime notizie dicono che tutte le frontiere del Venezuela sono chiuse, ad esclusione di quella con il Brasile, Santa Elena de Uairen, da cui siamo entrati. Purtroppo, si fatica ad avere notizie certe sui tempi di riapertura ( è più di un mese che sono chiuse) e gli stessi funzionari doganali  ci danno informazioni diverse uno dall'altro, discordanti ed incerte.

 A conferma della chiusura' , il caso vuole che a Santa Elena incontriamo la coppia di olandesi  Karin e Coen che nel 2007 conoscemmo in Bolivia e che da 12 anni stanno viaggiando per il mondo con il loro Toyota. Anche loro, per rinnovare il permesso di soggiorno in Venezuela scaduto,  son dovuti ritornare indietro sino all'ingresso con il Brasile. Ci dicono che sono i militari a bloccare il flusso anche turistico.
Morale: percorreremo il Paese con le mete già prefissate sino al confine con la Colombia, con la speranza che nel frattempo giungano accordi positivi tra i due Paesi, altrimenti ci vediamo costretti a ritornare indietro, riattraversare la medesima frontiera con il Brasile , arrivare sino a Manaus per prendere una balsa che in 6 giorni di navigazione per il Rio Madeira e Amazzonas ci conduca a Porto Velho, risalire per il Perù ed Ecuador, allungando non di poco il nostro tour, con tutto ciò che ne consegue.

Ma ora siamo qui e , come si dice in Sudamerica, "disfrutiamo". Cosi,  l'indomani, andiamo alla scoperta della Gran Sabana, un vasto altopiano al sud est del Venezuela, all'interno del Parque Nacional Canaima, nella regione Bolivar. E' un paesaggio nuovo, dolce e armonioso. Gli orizzonti si allontanano e le fitte foreste si riducono lasciando il posto a vallate armoniose ed arrotondate,  coperte da un manto verde soffice e soave e a palmeti che come oasi, sorgono dove abbonda l'acqua, il tutto sorvegliato da imponenti tepui tra i quali si distingue  la sagoma possente del Roraima.
I fiumi non mancano e le cascate sono numerose, come Agua Fria , il Velo de la Novia e Salto Kama, spettacolari per la loro portata d'acqua massiccia e per la scenografica collocazione come l'Oasis , una vera e propria piscina naturale tra orchidee selvatiche e palme,  che raggiungiamo dopo una pista sabbiosa ed un sentiero scosceso per un bagno ristoratore, ai piedi della cascata. 

La sera la trascorriamo con la famiglia di Pedro del villaggio indigeno di San Rafael ed insieme degustiamo i piatti tipici a base di pollo, pannocchia bollita e salsa piccante derivante dalla macerazione della tapioca e l'aggiunta di termiti.
La notte trascorre serena e rinfrescata dall'aria tersa dell'altura.